mercoledì 7 aprile 2010

Un punto di vista autorevole...

...e sicuramente discutibile. E' semplicemente questo che vi propongo con il seguente video.

giovedì 1 aprile 2010

Con un poco di zucchero...


Dal momento che i giornali, si sa, non li compra più nessuno, essi devono in qualche modo giustificare l'enorme mole di finanziamenti pubblici che si beccano in nome della pluralità d'informazione.
Lo sanno bene i nostri politici, che offrono sempre degli ottimi spunti per permettere ai suddetti giornali di consumare una tale quantità di inchiostro da poterci tranquillamente inquinare il Lambro; altro che gasolio e petrolio.
(Del resto è lì che spesso gli articoli di giornale dovrebbero finire: nella fogna, ovvero nel Lambro).

E' di oggi la notizia che i neo-ministri leghisti delle padanissime regioni di Piemonte e Veneto, rispettivamente Cota e Zaia (ma non hanno già altri incarichi di Governo, loro?) intendono vietare, nei territori da loro amministrati, che gli ospedali somministrino a chi lo richiede la pillola ru486.

(Siete sicuri di sapere cos'è la ru486? Io mi sono accorto di avere un po' di confusione in mente, vi consiglio di andarvi a leggere qualcosa qui.)

A leggere certe cose mi rendo sempre di più conto di vivere nella repubblica delle banane, nella terra dei cachi, o in altri posti immaginari tratti da citazioni a vostra scelta.
Vorrei fare qualche considerazione a riguardo e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Adotto l'antipatica forma dell'elenco per punti.

  1. Praticamente tutta Europa ha adottato l'utilizzo di questo farmaco in quanto, sebbene presenti delle controindicazioni, è nettamente migliore del metodo dell'aspirazione, che provoca più danni ed è più invasivo.
  2. Uno dei benefici è quello di non doversi sottoporre a ricovero ospedaliero, che comporta ovvi disagi, anche e soprattutto psicologici. Ricordiamoci che per una donna abortire è sempre un momento difficile, traumatico, devastante. (quando dico donne escludo ovviamente le ragazzine che pensano che questi siano metodi anticoncezionali - ma qui si dovrebbe parlare di educazione sessuale nelle scuole e il discorso si fa lungo)
    Ovviamente, visto che - appunto - in teoria non servirebbe il ricovero ospedaliero, qui in Italia lo rendiamo obbligatorio (obbligatorio!) per almeno tre giorni. E' assurdo.
  3. Molta gente di amplissime vedute vorrebbe addirittura vietare l'aborto. Sapete cosa succedeva prima della legge 194, o ve lo ricordate? Chi voleva abortire lo faceva comunque; andando all'estero o con pratiche magari abusive, che mettevano a rischio la vita stessa della paziente. E pagando un sacco di soldi. (Del resto anche adesso, con tutti i medici obiettori di coscienza che ci sono negli ospedali pubblici, si è costretti a visite private. La visita è svolta ovviamente dallo stesso medico dell'ospedale pubblico, la cui coscienza non obietta più davanti ad una lauta parcella)

Finchè non ci libereremo di una certa mentalità, finchè non ci libereremo dal giogo di questo Vaticano e della sua classe politica, l'Italia resterà un paese con la p minuscola.

Un paese piccolo, sempre indietro rispetto ai grandi temi sociali, etici, economici.

In ogni caso il punto fondamentale è, a mio parere il seguente: si può essere pro o contro l'aborto, in quanto è un tema etico che tocca le corde più profonde del nostro essere. Ma comunque la si pensi, dovremmo essere tutti uguali in quanto Cittadini Italiani. Dovremmo essere tutti tutelati e garantiti. Tutti. Non solo chi la pensa in un modo.

Dovremmo essere, insomma, liberi di poter scegliere.

martedì 30 marzo 2010

vlaste reloaded

Cominciare è sempre la parte difficile. Almeno nella scrittura.
Devi trovare un incipit simpatico, accattivante, non banale.
Diverso da questo, in poche parole.

Ri-Cominciare può essere anche più difficile.
Avevi cominciato, stavi andando e... ti eri fermato.
Come in una corsa, è sempre meglio non fermarsi mai. Rallentare, ma mai fermarsi.

In questi giorni, nelle lunghe e solitarie riflessioni che i miei tragitti in scooter mi consentono, mi è tornata - montando piano piano - la voglia di bloggare. Ho molte cose da dire e le pause caffè, le serate con gli amici e le cene in famiglia non sempre bastano.
Più che altro chi mi ascolta probabilmente non ne può più.

E ora sono fatti vostri.